lunedì 19 settembre 2011

POISONBLACK - PAIN BECOMES ME



LYRICS

All this time, I've been dreaming of it
All this time, it's been haunting in my head
Tempting me, inviting me
To fall asleep in its arms
To fall from grace
To breathe its ever dimming dusk

Through my eyes, you could see the hurt I crave
Through my eyes, you'd see there's nothing left to save
I heard you said there's a light up ahead
But im heading towards a dead end
I just can't say no
I just can't let go for its got me mend

I crave, therefore I am
And that is all I ever feel
I hope you'd understand
One love, one pain, one memory
I toast to misery
As I dig into the devils bone
And for eternity
The pain he gave me
Why won't it leave me alone...
leave me alone

I crave, therefore I am
And that is all I ever feel
I hope you'd understand
One love, one pain, one memory
I toast to misery
As I dig into the devils bone
And for eternity
The pain he gave me
Why won't it leave me alone...
leave me alone


TRADUZIONE

Per tutto questo tempo, l'ho sognato
Per tutto questo tempo, ha tormentato la mia testa
Tentandomi, invitandomi
ad addormentarmi nelle sue braccia
per cadere dalla grazia
per respirare il suo perenne crepuscolo

Attraverso i miei occhi, puoi vedere il dolore che bramo
attraverso i miei occhi, vedrai che non è rimasto nulla da salvare
Ti ho sentito dire che c'è una luce più avanti
Ma mi sto dirigendo verso un vicolo cieco
Non posso dire di no
Non posso mollarlo perché mi ha rafforzato

Bramo, quindi sono
e questo è tutto ciò che ho mai provato
Spero che tu possa capire
Un amore, un dolore, una memoria
Brindo alla tristezza
mentre scavo dentro le ossa dei diavoli
e per l'eternità
al dolore che mi ha dato
Perché non mi lascerà solo.

Bramo, quindi sono
e questo è tutto ciò che ho mai provato
Spero che tu possa capire
Un amore, un dolore, una memoria
Brindo alla tristezza
mentre scavo dentro le ossa dei diavoli
e per l'eternità
al dolore che mi ha dato
Perché non mi lascerà solo.

domenica 18 settembre 2011

DESTINO

Guardando me stesso,
mi rendo conto di esser come un'auto
lanciata a folle velocità.

Sento il boato del vento,
e il buio tutt'intorno si fa sempre più denso.

Sento lo strepitio dei freni che si rompono,
ma non posso fare niente per fermarmi.

venerdì 16 settembre 2011

BLACK TAPE FOR A BLUE GIRL - SHADOW OF A DOUBT



La canzone è una cover : l'originale è un pezzo del 1986 , cantato dai Sonic Youth.

LYRICS

Met a stranger on a train
he bumped right into me
i swear i didn't mean it
swear it wasn't meant to be
must have been a dream
from a thousand years ago
i swear i didn't mean it
swear it wasn't meant to be
from the bottom of my heart
he was looking all over me
you take me and i'll take you
swear it wasn't meant to be
kiss me
kiss me in the shadow
kiss me in the shadow of a doubt

Must have been a dream
it's just a dream i had (it's just a just a)
swear it's just a dream (it's just a dream)

It's just a dream

No
no no no
take me to it
take me to it (her)
take me to it
take her to me
it's just a dream
it's just a dream (it's just a it's just a)
it's just a dream (no)
it's just a it's just a dream
no

Met a stranger on a train
he bumped right into me.

TRADUZIONE

Ho incontrato una sconosciuto su un treno
mi ha colpito nel profondo
giuro che non l'ho fatto apposta
giuro che non era destino
dev'essere stato un sogno
di un migliaio di anni fa
giuro che non l'ho fatto apposta
giuro che non era destino
dal profondo del mio cuore

mi guardava fisso
tu mi prendi e io ti porterò
giuro che non era destino
baciami
baciami nell'ombra
baciami nell'ombra di un dubbio

dev'essere stato un sogno
solo un sogno che ho fatto
giuro è solo un sogno

è solo un sogno

no
no no no
portami da esso
portami da esso (da lei)
portami da esso
portamela
è solo un sogno
solo un sogno
solo un sogno
e solo un...solo un sogno
no

Ho incontrato uno sconosciuto su un treno
mi ha colpito nel profondo..

L'OMBRA (POESIA)














La tua ombra m'insegue
ovunque io vada
dolce ricordo di un tempo passato
amaro rimpianto di ciò che è svanito.

Mi lascio rincorrere
rallento i miei passi
gustando il dolore che essa mi causa.

Perchè, anche se soffro
quella torbida ombra
ricorda al mio cuore
di battere ancora.

giovedì 15 settembre 2011

AMERICAN BEAUTY: LA BELLEZZA




"Era una di quelle giornate in cui tra un minuto nevica.
E c'è elettricità nell'aria : puoi quasi sentirla.
Mi segui?
E questa busta era lì, danzava, con me, come una bambina che mi supplicasse di giocare. Per quindici minuti.
E' stato il giorno in cui ho capito che c'era tutta un'intera vita, dietro ogni cosa. E una incredibile forza benevola, che voleva sapessi che non c'era motivo di avere paura... mai.
Vederla sul video è povera cosa, lo so...
Ma mi aiuta a ricordare; ho bisogno di ricordare.
A volte, c'è così tanta bellezza, nel mondo, che non riesco ad accettarla. E Il mio cuore sta per franare."

Questa scena è tratta dal film American Beauty (USA, 1999) , uno dei miei preferiti., vincitore di 5 oscar: miglior film, miglior regia (Sam Mendes), miglior attore (Kevin Spacey), miglior sceneggiatura originale (Alan Ball) e miglior fotografia (Conrad Hall).

Con la sua delicatezza, questa scena mi fa pensare al nostro stile di vita, basato sul possedere e sull'apparire, che ci porta a dimenticare, ignorare e persino distruggere la bellezza che ci circonda.

mercoledì 14 settembre 2011

MANDRAGORA SCREAM - FROZEN SPACE



LYRICS

Empty in this space
It’s snowin’ life in my senses. . .
Dream-maker ! Fallin’ this grace
only silence reigns.

Until your gaze,
like a rail brims my heart
enlaced in this ivory reign,
nothin’! Will collapse in vain.

Souls are meltin’ now inside, and. . .
take my life and bring me away, then !

Lookin’ from my fate
tremblin’ flare of unrest. . .
I’m bleedin’ ‘cause I saw on this earth
Falls, and star-set rain.


Rise! Hushin’ this frozen-space, darkness of this unlife,
again we can try to fly. . .
Lovin’ ivy never sere, blindin’ dreams of life
end whenever we are here, we’ll live again…


Lastin’ dark age,
risin’, cravin’, whilom time
recallin’ a revenant through rest. . .
In my darkest rave.

Inside my hands,
only shade melts away, my hell is
made of blindin’ dreams. . .of eternity. . .


"How many stars are there in the universe?"
"So many! More than you could ever count!"
"Is there music in space?"
"No there’s only silence. "
"But silence is music!"
"Yes, if you know how to listen."
"Are there other people in the universe?"
"That’s a good question. What do you think?"
"I don’t know!"
"The universe is bigger than anything, so if it’s just us,
It seems like an awful waste of space!"


Rise! Hushin’ this frozen-space, darkness of this unlife. . .
again we can try to fly. . .
Lovin’ ivy never sere, blindin’ dreams of life
and whenever we are here, we’ll live. . .

. . Again..


TRADUZIONE

Vuoto, in questo spazio
la vita è neve nei miei sensi
creatore di sogni! Caduta questa grazia
regna solo il silenzio

Fino a che il tuo sguardo
come una rotaia conduce il mio cuore
legato a questo regno d'avorio
niente! crolleremo inutilmente

Ora, dentro, le anime si fondono assieme e...
prendi la mia vita e portami via, allora!

Guardandomi dal destino,
tremante bagliore d'inquietudine
sto sanguinando perchè ho visto, su questa terra
cascate e piogge di stelle

Alzati! Placando questo gelido spazio, tenebra di questa non vita,
di nuovo possiamo provare a volare
amata edera mai appassita, sogni accecanti di vita
che finiscono ogni volta che ci troviamo qui,
vivremo di nuovo...

Interminabile epoca oscura,
crescente, desiderosa,
richiami da un antico tempo il ricordo di un fantasma che riposa...
nel mio più oscuro delirio.

Nelle mie mani,
solo le ombre si mescolano, il mio inferno è
fatto di sogni accecanti...di eternità...

"Quante stelle ci sono nell'universo?"
"Tantissime! Più di quelle che potresti mai contare"
"C'è musica nello spazio?"
"No. C'è soltanto silenzio."
"Ma il silenzio è musica!"
"Si, se sai come ascoltare."
"Ci sono altre persone nell'universo?"
"E' una buona domanda. Tu cosa pensi?"
"Non lo so..."
"L'universo è più grande di qualsiasi cosa, quindi, se fossimo da soli,
sembrerebbe un terribile spreco di spazio!"


Alzati! Placando questo gelido spazio, tenebra di questa non vita,
di nuovo possiamo provare a volare
amata edera mai appassita, sogni accecanti di vita
che finiscono ogni volta che ci troviamo qui, vivremo...



..di nuovo..

martedì 13 settembre 2011

APOLLO E DAFNE




G.L.Bernini: "Apollo e Dafne"
Un bellissimo racconto delle Metarmorfosi di Ovidio, è quello di Apollo e Dafne. La narrazione si apre con Apollo che schernisce Cupido per il suo aspetto da ragazzino e si vanta delle sue abilità di arciere. Cupido, adirato, estrae dalla faretra due freccie, una che attira e una che scaccia l'amore; con la prima trafigge il dio, con la seconda ferisce la ninfa Dafne, figlia del dio del fiume Penèo e vergine consacrata a Diana, dea della caccia.
Apollo, alla vista della ninfa, immediatamente se ne innamora e inizia, di nascosto, a contemplarla e a desiderarla.
Ovidio dipinge la scena con dei bellissimi versi, attraverso i quali la passione di Apollo ci viene descritta con l'immagine di un fuoco inarrestabile che divampa all'interno del suo corpo. Il dio osserva la ninfa da lontano, ammirandone le splendide fattezze e fantasticando su come apparirebbe questa se trascurasse meno il proprio aspetto (Contempla i capelli che le scendono scomposti sul collo, pensa: "Se poi li pettinasse"?)

E Febo (Apollo) l'ama; ha visto Dafne e vuole unirsi a lei,
e in ciò che vuole spera, ma i suoi presagi l'ingannano.
Come, mietute le spighe, bruciano in un soffio le stoppie,
come s'incendiano le siepi se per ventura un viandante
accosta troppo una torcia o la getta quando si fa luce,
così il dio prende fuoco, così in tutto il petto
divampa, e con la speranza nutre un impossibile amore.
Contempla i capelli che le scendono scomposti sul collo,
pensa: 'Se poi li pettinasse?'; guarda gli occhi che sfavillano
come stelle; guarda le labbra e mai si stanca
di guardarle; decanta le dita, le mani,
le braccia e la loro pelle in gran parte nuda;
e ciò che è nascosto, l'immagina migliore
.

Preso dal desiderio, Apollo si avvicina alla ninfa. Dafne, però, sotto l'effetto della freccia di Cupido e nel rispetto del suo voto di castità inizia a fuggire, veloce come il vento, senza prestare ascolto alle continue rassicurazioni del dio, il quale seguita a chiederle di fermarsi e di non aver paura di lui. E' interessante notare, leggendo i versi, l'irrazionalità del comportamento di Apollo: il tono di rassicurazione con cui inizia la sua preghiera viene infatti sostituito nei versi finali da quello intimidatorio con il quale fa presente alla ninfa di non essere uno "zotico" qualunque, bensì il "figlio di Giove".

«Ninfa penea, férmati, ti prego: non t'insegue un nemico;
férmati! Così davanti al lupo l'agnella, al leone la cerva,
all'aquila le colombe fuggono in un turbinio d'ali,
così tutte davanti al nemico; ma io t'inseguo per amore!
Ahimè, che tu non cada distesa, che i rovi non ti graffino
le gambe indifese, ch'io non sia causa del tuo male!
Impervi sono i luoghi dove voli: corri più piano, ti prego,
rallenta la tua fuga e anch'io t'inseguirò più piano.
Ma sappi a chi piaci. Non sono un montanaro,
non sono un pastore, io; non faccio la guardia a mandrie e greggi
come uno zotico. Non sai, impudente, non sai
chi fuggi, e per questo fuggi. Io regno sulla terra di Delfi,
di Claro e Tènedo, sulla regale Pàtara.
Giove è mio padre. Io sono colui che rivela futuro, passato
e presente, colui che accorda il canto al suono della cetra.
Infallibile è la mia freccia, ma più infallibile della mia
è stata quella che m'ha ferito il cuore indifeso.
La medicina l'ho inventata io, e in tutto il mondo guaritore
mi chiamano, perché in mano mia è il potere delle erbe.

Ma, ahimè, non c'è erba che guarisca l'amore,
e l'arte che giova a tutti non giova al suo signore!»


Le disperate richieste di Apollo non vengono però ascoltate da Dafne, che prosegue nella fuga. il dio, quindi, stanco di doverla rincorrere, accelera il passo, fin quasi a raggiungerla. E' a questo punto che Dafne, terrorizzata, chiede l'intervento di suo padre Penèo, affinchè dissolva la bellezza e le forme che tanto avevano attratto Apollo, salvandola così da esso e preservando la sua castità.
E' così che, di colpo, il corpo di Dafne prende a mutare e si trasforma in una pianta di alloro, che mai prima d'ora s'era vista sulla terra e che diventerà sacra per Apollo.
Quest'ultimo, infatti, una volta terminato l'inseguimento, prende a baciarne il tronco e a stringerlo a sè come se si trattasse ancora del corpo dell'amata.

«Se non puoi essere la sposa mia,
sarai almeno la mia pianta. E di te sempre si orneranno,
o alloro, i miei capelli, la mia cetra, la faretra;
e il capo dei condottieri latini, quando una voce esultante
intonerà il trionfo e il Campidoglio vedrà fluire i cortei.
Fedelissimo custode della porta d'Augusto,
starai appeso ai suoi battenti per difendere la quercia in mezzo.
E come il mio capo si mantiene giovane con la chioma intonsa,
anche tu porterai il vanto perpetuo delle fronde!»