venerdì 2 settembre 2011

LONTANANZA E SOLITUDINE : SHAKESPEARE - SONETTI 44 E 45

I sonetti che seguono, scritti tra il 1595 e il 1596 da William Shakespeare, sono sicuramente tra le mie poesie preferite. Nonostante siano due sonetti distinti possono essere considerati concatenati l'un altro, in quanto il 45 riprende e conclude il tema del 44. Il tema centrale dei sonetti è la lontananza tra il poeta e l'amata/o. Shakespeare utilizza gli elementi terra ed acqua per descrivere il suo senso di impotenza di fronte al senso di vuoto e di abbandono che gli reca la mancanza dell'oggetto del suo amore. La terra e l'acqua (essendo elementi "pesanti") diventano quindi i componenti che formano il "corpo fisico" del poeta, soggetto alle limitazioni umane e quindi impossibilitato a raggiungere chi ama con l'immediatezza del pensiero e del desiderio che vengono infatti rappresentati dall'aria e dal fuoco, elementi "immateriali" e pertanto liberi dai vincoli del corpo. Egli, attraverso di essi rassicura sè stesso, attraverso il pensiero confortante della felicità e della buona salute dell'amante, ma ricade inevitabilmente nella tristezza quando ritorna a pensare alla distanza incolmabile che li divide. ("Del che, ne godo; ma per poco, perchè li rimando indietro, e subito sono triste"). La seguente versione dei sonetti è tratta dall'opera di W. Shakespeare, I Sonetti, edito da Mondadori (traduzione di Giovanni Cecchin).
Per chi fosse interessato a leggere i sonetti in lingua originale, ecco i link:

SONNET 44
SONNET 45
          

                              44                  

Se la greve sostanza della mia carne fosse pensiero,
l'avversa distanza non mi arresterebbe,
perchè, nonostante lo spazio, volerei
dai limiti più remoti a dove ora tu mi trovi.

Non importerebbe allora che il mio piede
calcasse remotissime terre lontano da te,
poichè l'agile pensiero sorvolerebbe mari e terre
non appena pensa al luogo dove vorrebbe andar.

Ma,ahimè, mi uccide il pensiero che non sono pensiero
per scavalcare lontane miglia quando sei assente.
Ma per il fatto che di terra e acqua io sono formato,
devo aspettare gemendo i comodi del tempo.

Dai miei grevi elementi non ricavo niente
se non gravose lacrime, emblema di mutuo dolore.

                              45

Gli altri due elementi, aria e purificante fuoco,
sono con te ovunque io mi trovi:
il primo è il mio pensiero, il secondo il mio desìo,
che, presenti-assenti, velocissimi si muovono.

Quando questi due se ne partono
volando a te in dolce ambasceria d'amore,
la mia vita, dai quattro elementi ridotta ai grevi,
sprofonda in basso, oppressa da tristezza;

Finchè la vita si ricompone
col ritorno da te dei due veloci messi,
giunti proprio adesso, che mi assicurano
col loro racconto che tu stai bene.

Del che, ne godo; ma per poco,
perchè li rimando indietro, e subito sono triste.

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